John Bonham

(Paul Du Noyer, Q Magazine 1997)

 

 

Note biografiche

Nome completo: John Henry Bonham

Soprannome: Bonzo, The Beast, Big B

Nato il: 31 maggio 1948

a: Redditch, Worchestershire, Inghilterra

morto il: 25 settembre 1980

 

 

 

ha detto…

Non era questione di chi offrisse le migliori prospettive ma anche di quale musica

sarebbe stata adatta. Quando mi offrirono il posto per la prima volta, pensai che

gli Yardbirds erano finiti, perché in Inghilterra erano stati dimenticati. Comunque,

riflettendo mi dissi: "Beh, non ho nulla per le mani, per cui qualcosa è meglio di nulla"

Sapevo che Page era un buon chitarrista e che Plant era un ottimo cantante, per cui

anche se non avessimo avuto alcun successo, perlomeno sarebbe stato un piacere

suonare in un buon gruppo… Così decisi che la loro musica mi piaceva di più

di quella di Cocker o Farlowe.

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Non ho mai cercato coscientemente di essere uno dei migliori batteristi e non voglio

nemmeno esserlo. Un sacco di ragazzini mi vengono a dire cose come: "Ci sono

molti batteristi meglio di te". A me piace suonare al meglio delle mie capacità ed è

quello che sto facendo ora. Non pretendo di essere più eccitante di Buddy Rich.

Ma non suono ciò che non mi piace. Sono un batterista semplice, senza fronzoli

per la testa e non cerco di atteggiarmi o essere meglio di quel che sono.

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Mi piacciono la batterie grandi e potenti. Non ho mai usato molto i piatti.

Mi servono per entrare e uscire da un assolo. Mi piace il suono dei tamburi;

hanno un suono migliore di quello dei piatti. E' per questo che suono con le mani.

In questo modo riesci a ottenere il vero suono, perché non c'è di mezzo il legno.

All'inizio provi dolore, ma poi la pelle si indurisce e ora sono in grado di colpire

un tamburo con più forza a mani nude che con l'uso delle bacchette. Quando iniziai

a suonare ne rompevo sempre la punta, ora è difficile che ne rompa anche solo una.

Pur non usando molta violenza riesco a ottenere un volume di suono molto elevato.

Ha a che fare tutto con lo swing.

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Penso che il feeling sia molto più importante della tecnica.

E' veramente molto bello cimentarsi in un triplo paradiddle, ma poi chi si accorge che

l'hai fatto? Se tu suoni in una maniera troppo tecnica, assomigli a qualsiasi altro,

è l'originalità quella che conta.

 

 

HANNO DETTO DI LUI…

 Bonzo era il batterista più disponibile con cui avessi mai registrato. Lo mettevo

a suonare da solo nella veranda di una grande serra, con tre microfoni per la batteria.

Bonzo riusciva a suonare in quel modo, perché picchiava sulla batteria con più forza

di chiunque altro e, nel contempo, aveva un tocco estremamente delicato. Con il suo

modo di suonare otteneva un sound di batteria che definiva "monumentale".

Per molti aspetti, era lui la chiave dei Led Zeppelin.

Si poteva lavorare in fretta con lui.

Le sole ragioni per cui, di tanto in tanto, i Led Zeppelin dovettero registrare una seconda

volta un brano, furono le difficili e frequenti variazioni ritmiche della maggior parte

delle loro canzoni. Ma una volta che Bonzo aveva approfondito la sua parte,

tutto il resto calzava a pennello.

(Eddie Kramer)

 

 Poco prima che morisse, era stato eletto uno dei migliori batteristi, e in effetti lo era,

non c'è dubbio. Non c'è mai stato nessuno come lui. E' uno dei più grandi batteristi

che siano mai esistiti. Basta che ascolti un pezzo live per capire come affrontava

tutta la cosa, e la sua immaginazione andava molto oltre quella di tutti

gli altri batteristi con cui ho suonato.

(Jimmy Page)

 

Bonzo era un gigantesco adulto con le emozioni di un bambino di sei anni

e la licenza artistica di indulgere a qualsiasi comportamento distruttivo

o infantile che lo facesse divertire.

(Danny Goldberg, addeto stampa dei LZ)

 

Non gliene fregava un cazzo del denaro. Voleva solo stare con sua moglie.

(Richard Cole, tour manager)

 

Poteva essere la persona più generosa ma anche la peggiore.

Bonzo si metteva a piangere quando parlava della sua famiglia.

Poi i roadies incominciavano a spingerlo a far qualcosa e lui perdeva il controllo.

Se glielo chiedeva Jimmy, si metteva a lanciare bevande o a gettare cibo sulla gente.

Non aveva alcuna difesa naturale contro chi cercava di manipolarlo

e non aveva nessuno a proteggerlo.

(Benoit Gautier, impiegato dell'Atlantic Records)

 

John Bonham, maestro delle pelli!

L'unico uomo che possa suonare la batteria

e nello stesso tempo cantare The Last Waltz.

(Robert Plant, durante un concerto, dopo "Moby Dick")

 

… Sapevamo che se Bonham fosse stato al suo posto, avrebbe fatto

quel che c'era da fare. Capisci, hai bisogno di una batteria grossa così

e devi essere capace di colpirla con una forza proporzionale.

Bonham… Non ne trovi un altro come lui.

(Charlie Watts, batterista dei Rolling Stones)

 

Volevo bene a Bonzo. Nonostante le sue frequenti follie si preoccupava per gli altri

e mi sgridava sempre quando arrivava in città. Una sera, al Rainbow nel 1977, attaccò:

"Lori, è da sette anni che vengo qui. Per sette anni ho visto le stesse identiche facce.

Non voglio ritornare qui fra sette anni e ritrovarti ancora nello stesso posto".

Ed era un ottimo consiglio, capisci?

Quella notte, per molti aspetti, Bonzo cambiò la mia vita.

(Lori Maddox)

 

In sostanza, credo che sia lassù o forse da qualche altra parte,

pensando che si tratti di un bello scherzo. Lo puoi quasi sentire dire:

"Facciamoci una bevuta e giochiamo a freccette. Ehi, divertente, no?"

(Benoit Gautier)

 

Fu uno dei momenti più scoraggianti e strazianti della mia vita.

Avevo un grande amico, pieno d'affetto e dal cuore grande così,

e ora non ce l'avevo più. Era così… definitivo. Non ho mai realmente

pensato al futuro del complesso e della musica.

(Robert Plant)

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